«Tanti siti, applicazioni e reti sociali possono aiutare l'uomo a meditare e pregare: nell'essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interiorità»
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- o.varriale
- g.puglisi
- a.palomba
- m.palma
- h.cozzolino
Rivolta a comunità cristiane che soffrono persecuzione e sono tentate di venir meno nella fede, la prima lettera di Pietro vuole infondere coraggio nei credenti, dare loro speranza, consolarli. Essa si rivela dunque particolarmente eloquente anche per noi che, pur non subendo aperte ostilità, tuttavia respiriamo un’aria inquinata di paganesimo, di idolatria, siamo immersi in una mentalità in netto contrasto con il Vangelo e rischiamo di morire di asfissia senza che ce ne accorgiamo.
In particolare, per ravvivare il nostro “sentire cum ecclesia”, il nostro senso ecclesiale, importanti si rivelano le ultime raccomandazioni che l’apostolo rivolge ai presbiteri, cioè agli anziani responsabili della comunità, ai giovani e a tutti i fedeli, riprendendo e sintetizzando i temi svolti negli altri capitoli della lettera.